Questa sezione si propone di illustrare sinteticamente i riferimenti teorici adottati dalla Dott.ssa Agosti nella pratica clinica, contribuendo a una migliore comprensione della formazione professionale.
Alfred Adler è nato il 7 febbraio 1870 nei sobborghi di Vienna da una famiglia ebrea di commercianti.
Frequenta la facoltà di medicina, al termine della quale inizia a interessarsi di quelle che oggi sono chiamate medicina del lavoro e psicologia sociale.
Nel 1897 sposa Raissa Epstein, femminista russa antelitteram e amica di Trotskij. Dal loro matrimonio nasceranno quattro figli.
Nel 1902 entra nel gruppo psicoanalitico di Freud, di cui è stato uno dei primi quattro membri.
Nel 1908 diventa presidente della Società Psicoanalitica Viennese a cui partecipa attivamente proponendo teorie che lo porteranno nel 1911 alla separazione dalla società e alla successiva costituzione della Società per la Psicologia Individuale Comparata.
Durante la Prima Guerra Mondiale partecipa come ufficiale medico nei reparti psichiatrici.
Nel 1920 inizia la fondazione e lo sviluppo dei primi centri di consultazione psicopedagogica per aiutare insegnanti e genitori ad affrontare le difficoltà evolutive dei bambini.
A causa della minaccia nazista nel 1930 si trasferisce negli Stati Uniti, dove gli viene affidata la Cattedra di Psicologia alla Columbia University.
Il 28 maggio 1937 muore per infarto ad Aberdeen in Scozia dopo aver tenuto una serie di conferenze.
La Psicologia Individuale rappresenta una delle tre grandi teorie del profondo accanto alla Psicoanalisi di Freud e alla Psicologia Analitica di Jung.
Adler propone una teoria dell’uomo di tipo olistica, teleologica e fenomenologia, rintracciando nella relazionalità l’essenza del Sé/Stile di vita.
L’uomo, considerato nella sua unità bio-psichica, non può essere studiato se non in relazione al contesto di appartenenza, valutando il modo soggettivo in cui le esperienze vissute vengono considerate e memorizzate (finzioni), finalizzato al raggiungimento di una meta individuale finale inconscia di autoaffermazione.
La vita psichica umana è costituita da due dimensioni fondamentali:
L’aspirazione alla superiorità/volontà di potenza e sentimento sociale sono perciò due istanze innate che si intrecciano in maniera sinergica nello Stile di vita-Sé dell’individuo, permettendogli di affrontare i tre compiti vitali: amore, lavoro e socialità.
Nel corso dello sviluppo varie condizioni (fisiche, psicologiche, relazionali) possono aggravare il naturale sentimento di inferiorità, strutturando così un complesso di inferiorità, patologico.
La patologia è infatti rappresentata da uno squilibrio tra le due istanze psichiche per cui ad un’accentuazione dell’aspirazione alla superiorità si affianca uno scarso sviluppo del sentimento sociale; l’istanza sociale infatti viene intesa come il barometro che indica la normalità, cioè il grado di benessere psicologico e sociale dell’individuo.
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